PERUGIA
PG
Altitudine:
493
Contesto:
collina
Centro:
grande
Perugia (m. 493) si trova su un colle che domina la congiunzione tra la Valle Umbra e la Valle del Tevere.
Di origini etrusche, la città sorse nel VI secolo a.C. dalla progressiva fusione, in un solo centro urbano, di villaggi e capanne situati nei colli del Sole (piazza Michelotti) e Landone (piazza Italia). Fu uno dei maggiori centri etruschi fecente parte dell’organismo federale che raggruppava le maggiori città etrusche (dodecapoli).
Dal IV secolo a.C. la città fu interessata da un notevole sviluppo sociale ed economico di cui sono testimonianza l’imponente cinta muraria con le sue porte (Porta Marzia e l’Arco Etrusco), e il Pozzo Sorbello detto anche pozzo Etrusco. Dal III secolo a.C. la città fu sotto la sfera di influenza romana e nel I secolo a.C. ottenne la cittadinanza. Assediata e distrutta nel corso della guerra civile tra Ottaviano e Antonio nel 41-40 a.C. , venne riedificata e inclusa nella Regio VII Augustea, l’Etruria.
Di epoca romana sono l’anfiteatro, riemerso durante i lavori di ristrutturazione di palazzo della Penna, e il mosaico all’interno del dipartimento di chimica dell’Università di Perugia, in via Pascoli.
Con il declino dell’impero, le invasioni barbariche e soprattutto la guerra fra Goti e Bizantini, segnarono la vita cittadina.
Nel 568, dopo la discesa dei Longobardi, Perugia divenne la capitale del ducato bizantino, contrapposto a quello longobardo di Spoleto.
Nel 1139 la città sì costituì libero Comune, e tra il XIII e il XIV secolo, giunta all’apice della potenza politica ed economica, cominciò affrontare grandi piani urbanistici: fu realizzato l’acquedotto (1254-76) che portava l’acqua dal Monte Pacciano, a quattro chilometri da Perugia al centro della città; costruita al centro della Platea Communis (Piazza Quattro Novembre) la fontana Maggiore (1278) la cui decorazione plastica fu affidata ai due più famosi scultori del tempo, Nicola e Giovanni Pisano; edificato il palazzo dei Priori (1293-1443), in posizione angolare tra la piazza e il corso Vannucci, di cui fanno parte la Sala dei Notari, il Collegio del Cambio e della Mercanzia oltre alla Galleria Nazionale dell’Umbria; si sostituì infine il vecchio duomo con una nuova cattedrale dedicata a San Lorenzo (1345-1490).
Non essendo più sufficiente lo spazio interno alla mura etrusche la città si espanse sugli speroni collinari contigui corrispondenti ai cinque rioni cittadini (Porta San Pietro, Porta Sole, Porta Eburnea, Porta Santa Susanna, Porta Sant’Angelo) che si organizzarono intorno alle cinque diramazioni che portavano dalla piazza grande verso il contado.
Qui si insediarono progressivamente gli ordini mendicanti con i loro grandi complessi conventuali (francescani, domenicani, agostiniani), gli oratori, le chiese parrocchiali, le abitazioni e le botteghe artigiane.
Per proteggerli fu costruita una nuova cinta muraria.
Di notevole interesse nel rione di Porta San Pietro sono: la basilica benedettina di San Pietro, la chiesa di San Domenico con l’attiguo Museo Archeologico dell’Umbria e la chiesa di Sant’Ercolano.
Il rione di Porta Sant’Angelo è caratterizzato dalla presenza della chiesa di Sant’Agostino, in forme gotiche ma con interno del XVIII secolo, e di un gran numero di monasteri, a distanza di pochi metri l’uno dall’altro (monastero di San Benedetto, monastero di Santa Caterina, monastero di Sant’Antonio, monastero della Beata Colomba, monastero di Sant’Agnese).
Al termine del rione sono la chiesa paleocristiana di Sant’Angelo, a pianta centrale, e il grandioso Cassero opera di Lorenzo Maitani, che fa parte del completamento trecentesco delle mura e con cui termina il borgo.
Nel rione di Porta Sole, di cui fa parte anche la piazza grande con i suoi monumenti, sono la chiesa di San Severo che conserva un affresco attribuito a Raffaello giovane (1505); la chiesa del Gesù (XVI secolo); la chiesa di San Fiorenzo, costruita in forme gotiche ma rinnovata nella seconda metà del Settecento; la chiesa di Santa Maria Nuova, situata in via del Roscetto; la chiesa di Sant’Antonio Abate, in fondo a corso Bersaglieri. Da qui ha inizio il borgo Sant’Antonio, prolungamento del rione Porta Sole di cui fanno parte la chiesa di Santa Maria Monteluce, edificata nel XIII secolo ma più volte restaurato nel corso dei secoli, e quella di San Bevignate, sede dell’ordine dei Templari (XIII secolo).
Il rione di Porta Santa Susanna e la Cupa è dominato dalla maestosa chiesa di San Francesco al Prato (XIII secolo) e dall’oratorio di San Bernardino con la facciata scolpita da Agostino di Duccio tra 1457 e 1461. Risalendo la Via dei Priori detta anche “via sacra”, per le tante chiese che vi affacciano si incontrano: la chiesa di San Luca Evangelista e la chiesa di Santa Maria della Luce entrambe del XVI secolo; l’oratorio dei disciplinati di San Francesco, nato nel XI V secolo con interno riccamente decorato; la chiesa di Santa Teresa degli Scalzi, così chiamata perché sede dei Carmelitani Scalzi; la chiesa dei Santi Stefano e Valentino, di epoca romanica; la chiesa di San Filippo Neri, edificata in forme barocche sopra il battistero paleocristiano di San Giovanni Rotondo; la chiesa di Sant’Agata che risale ai primi anni del Trecento.
Da notare inoltre, mentre si risale la via dei Priori, all’altezza di via degli Sciri, la torre degli Sciri, alta 46 m, unica rimasta delle numerose torri che dovevano svettare a Perugia.
Il rione di Porta Eburnea comprende infine l’ex monastero femminile cistercense di Santa Giuliana, fondato nel 1253; la chiesa di Santo Spirito la cui costruzione ebbe inizio nel 1579 e fu compiuta nel 1689; la chiesa di San Prospero, di epoca altomedieovale (VIII secolo).
Dal 1393 al 1424 Biordo Michelotti, Giangaleazzo Visconti, Ladislao di Durazzo e Braccio Fortebracci si succedettero alla guida della città; risale al 1423 l’ edificazione in piazza grande del palazzo di Braccio, addossato alla Cattedrale, di cui resta oggi solo la loggia.
Nel periodo successivo la città fu dominata da alcune famiglie tra le quali si misero particolarmente in luce gli Oddi e i Baglioni, che si combatterono ferocemente.
I Baglioni, in particolare, esercitarono una signoria di fatto sulla città, durata fino al XVI secolo. In quegli anni Perugia divenne un vero e proprio cantiere ove fervevano attività di ristrutturazione e di nuove costruzioni: si ampliarono le piazze, si costruirono i palazzi si abbellirono le chiese.
Ogni autonomia municipale venne totalmente annullata alla metà del Cinquecento quando la città, insorta a causa dell’esosità delle imposte, fu sconfitta da Papa Paolo III nella così detta “Guerra del Sale”. In quest’occasione “per umiliare l’orgoglio dei perugini” Papa Paolo III fece abbattere tutte le torri cittadine, simbolo del potere signorile, la residenza di Braccio da Montone, e il quartiere della famiglia Baglioni, sopra cui fece erigere in meno di tre anni (1540-1543), la propria fortezza, la Rocca Paolina. Da allora in avanti, per più di tre secoli, la città rimase sottoposta allo stato della chiesa.
I secoli seguenti fino all’Unità d’Italia, non registrarono eventi politici d’eccezione, se non per l’adesione al moti risorgimentali del 1831 e per la sommossa del 1848. Proprio in seguito a quest’evento la rocca Paolina venne assaltata e in parte rasa al suolo. La totale distruzione dell’edificio avvenne al momento dell’unione dell’Umbria all’Italia, nel 1860.
Nel corso del Novecento, divenuta capoluogo di provincia e dell’intera regione, la città ha conosciuto un forte incremento urbanistico e industriale, e un notevole sviluppo dell’Università degli Studi affiancata dal 1925 dall’Università Italiana per Stranieri.
Per informazioni:
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info@iat.perugia.it
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