VETRO
E’ Piegaro la cittadina che vanta in Umbria la più antica tradizione della lavorazione del vetro. Sembra che la produzione risalga già alla fine del XIII secolo allorché alcuni vetrai veneziani si trasferirono nella zona richiamati dalla facilità di trovare materiale da combustione e dalla favorevole situazione politica ed economica della città.
Nei secoli XV e XVI sono documentati i lavori che i maestri vetrai eseguirono per la Corte di Montefeltro e per il Duomo di Orvieto. Nel tempo la produzione ha perso le sue caratteristiche artigianali per essere sostituita da moderne tecniche industriali. Attualmente la vetreria piegarese è una cooperativa che occupa oltre 200 soci rappresenta una delle attività più importanti per l’economia della zona, specializzata nella produzione del vetro cavo.
Comune e Comunità Montana sono impegnati nella promozione delle attività del Museo del vetro, al fine di conservare le antiche tecniche tradizionali di lavorazione.
La tradizione della lavorazione del vetro è ancora viva a Perugia, presso lo studio Moretti- Caselli, in cui si producono vetrate artistiche dipinte a fuoco.
Il laboratorio fu fondato, nel 1859, da Francesco Moretti. Quest’ultimo, pittore e studioso, voleva far rivivere l’antica tecnica di pittura su vetro per poter restaurare il grande finestrone della chiesa di S. Domenico a Perugia.
Dal suo fortunato incontro con Giuseppe Francisci e con il pittore tuderte, Eliseo Fattorini, nacque a Todi il primo laboratorio di ricerca.
Proprio per Todi furono eseguite le prime vetrate: due tondi rappresentanti l’Annunciazione. Nel 1861 il Moretti iniziò il restauro del finestrone di S. Domenico con un lavoro che durò per sedici anni.
Proseguì la sua attività restaurando numerose vetrate, aiutato dal nipote, Ludovico Caselli, che iniziò a collaborare con lui fin dal 1883. Dall’opificio di Moretti, tra l’altro, sono uscite le principali vetrate del Duomo di Perugia.
La tradizione familiare fu continuata dalle figlie del Caselli, Rosa e Cecilia ed attualmente dalla nipote Maddalena Ferenza, presso il laboratorio che ha mantenuto la sua antica sede in una casa di Via Fatebenefratelli.

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