LE TERRECOTTE IN UMBRIA
Tra tutte le attività artigianali tradizionali in Umbria, quella che ha sicuramente raggiunto i massimi livelli di espressione tecnica e artistica è rappresentata dalla produzione di ceramiche, terrecotte e maioliche.
Nota fin dai tempi antichi, quest’arte ha conosciuto, nei secoli, un grande sviluppo, che è venuto concentrandosi principalmente in alcuni centri.
In particolare, oggetti in terracotta d’uso quotidiano come vasi orci ed anfore, caratterizzano la produzione di Ripabianca, mentre a Ficulle si fabbricano vasi, fischietti e i tradizionali “ziri” e a Castel Viscardo i laterizi in cotto fatti a mano ed essiccati al sole.
A Marsciano è aperto il Museo Dinamico del laterizio e delle terrecotte.
Sicuramente attive nell’Ottocento le fornaci di Ficulle potrebbero avere un’origine molto più antica, come suggerisce Giusepi Tedeschini Romani che ipotizza la derivazione filologica del nome della cittadina dal termine latino figulus proprio “per esservi qui varie fabbriche di vasellami”.
Nel 1888 sono le fornaci di Luca Cortellini, Stanilslao Cortellini, Francesco Poli, Giuseppe Poli, tutte che producono stoviglie.
Nel 1913 le fornaci di terrecotte sono condotte da Giuseppe Poli, Alfonso Del Croce, Fabiano Corbellino, Francesco Luciani.
Negli anni Trenta vi si contavano diciotto botteghe di vasai, molti dei quali continuarono l’attività iniziata dai loro avi nei secoli precedenti.
La produzione di terrecotte è ancora oggi consistente a Ficulle. Si fabbricano vasi, fischietti e i tradizionali “ziri”. Ripabianca, piccola frazione del comune di Deruta, deve il suo nome, forse, proprio alla qualità del terreno che, estendendosi nella sponda orientale del fiume Tevere, è particolarmente adatto alla estrazione di argilla che, da secoli, viene impiegata dagli abili artigiani del luogo per la fabbricazione di vasi, orci, ziri e varia stoviglieria in terracotta.
La realtà artigiana si inserisce in una zona geografica, privilegiata per l’uso dell’argilla, che va da Marsciano ( tradizione del mattone), a Deruta (tradizione della maiolica).
A Ripabianca funzionano tutt’ora quattro antiche fornaci a legna e il paese si qualifica per essere una delle pochissime realtà produttive ancora attive con numerosi artigiani operosi nella riproposizione di antiche forme ma anche nello studio di nuovi modelli. Per l’importanza della produzione, la Regione dell’Umbria ha inserito Ripabianca in un progetto di riscoperta e valorizzazione delle sue terrecotte, a partire dal censimento delle fornaci ancora presenti, fino alla catalogazione delle forme che caratterizzano la produzione locale, per arrivare ad una documentazione di tutto il ciclo produttivo ed infine alla realizzazione di un marchio che identifichi il territorio di provenienza.
Il territorio compreso tra Perugia e Orvieto presenta in natura le condizioni favorevoli alla produzione di manufatti in argilla: è infatti ricco di terre argillose di buona qualità, di boschi da cui prendere legna per alimentare le fornaci nel periodo pre-industriale e di fiumi, per l’approvvigionamento di acqua.
Oltre l’abbondanza di materie prime, la collocazione geografica di Marsciano, la sua posizione lungo le vie di traffico commerciale di importanza strategica fino dall’antichità e gli stretti rapporti con Perugia hanno favorito nel corso dei secoli le attività produttive legate alle terrecotte e al laterizio.
Già nel 1587 il Vescovo Innocenzo Malvasia, dopo la sua visita pastorale, scrive “Delle castella ve ne sono alcune come terre grosse, le prime delle quali più civili sono Marsciano e Diruta per i lavori di terra” e Cipriano Piccolpasso, verso la metà del Cinquecento scriveva “L’essercito principale di quegli uomini (riferendosi ai marscianesi) e di fare pignatte”.
Nel “borgo del castello” fra il 1504 e il 1805 sono complessivamente nominati cento vasai. La produzione di terrecotte è gradualmente scomparsa, travolta dal destino industriale: l’ultimo vasaio ha chiuso la sua bottega a Marsciano, circa quindici anni fa.
La trasformazione industriale ha invece privilegiato la produzione di laterizi che doveva essere rilevante fin da tempi remoti. L’antica produzione marscianese si trova documentata nel Museo dinamico del Laterizio e delle terrecotte, allestito presso Palazzo Pietromarchi.
Oltre a terrecotte invetriate umbre e in particolare di Marsciano a partire dal Rinascimento e orci delle Fornaci Coppoli e Vincenti di Sant’Enea, il museo è arricchito da un corredo tombale etrusco rinvenuto nel territorio marscianese e da alcune terrecotte etrusco – romane.

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