Si tratta di un dolce povero, fatto un tempo con la farina di granturco, abbastanza diffuso nelle campagne umbre, dove comunque si preferiva consumare pane di frumento.
La tradizione campagnola tramanda la seguente ricetta: alla farina di mais si aggiunge acqua bollente, l’impasto si lascia riposare l’intera notte e al mattino si aggiungono uvetta, pinoli, noci, nocciole, sottili fette di mele.
Posto su stampi rettangolari, viene cotto nel forno e si consuma freddo. Un’altra modalità prevede che l’impasto sia fritto con strutto oppure con olio extravergine di oliva, a seconda dei gusti.